Nato a Licata (Agrigento) nel 1923, fucilato a Borzonasca (Genova) il 21 maggio 1944.
Chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale, il ragazzo combatté col 241° Reggimento Fanteria “Imperia”.
Ferito in Grecia nel giugno del 1943, Saverino fu rimpatriato e, quando si fu ristabilito, assegnato ad una compagnia del reggimento, di stanza alla caserma “Piave” di Genova. All’annuncio dell’armistizio, si portò sulle alture di Genova.
Raggiunti i primi partigiani della brigata «Cichero», che si andava costituendo al comando di Giovanni Battista Canepa (“Marzo”), e che sarebbe in seguito diventata la III Divisione Garibaldi, il ragazzo, assunto il nome di battaglia di «Severino», si distinse subito per il suo coraggio.
Catturato una prima volta dai tedeschi durante un rastrellamento, riuscì a fuggire e a tornare alla sua formazione. Il 21 maggio del ’44 “Severino” cadde di nuovo nelle mani dei nazisti, che lo catturarono sui monti della Rondanara (Valle dell’Aveto). Torturato e invano interrogato perché desse ai tedeschi informazioni sulla Resistenza ligure, fu caricato su un camion e portato sulla piazza principale di Borzonasca.
La sua fu una tragica e violenta morte, per mano delle brigate nere guidate dal vessatore Vito Spiotta.
Prima della fucilazione fu preso a sputi e a calci, legato ad una sedia presa dalla chiesa in piazza a Borzonasca (il monumento nell’immagine lo ricorda).
Cominciarono a sparargli dai piedi e sempre più su per dargli il maggior dolore, fino a quando la sedia non si rovesciò e lui morì col viso riverso nel suo stesso sangue.
Il cadavere rimase tre giorni sulla piazza a scopo intimidatorio.
Questo fu l’evento che diede il via alle operazioni di Resistenza armata della Brigata Cichero al grido di “Sutt’a chi tucca“, che poi divenne Divisione sotto la guida di Aldo Gastaldi “Bisagno”.
In sua memoria, i partigiani liguri crearono la «Volante Severino», che avrebbe valorosamente combattuto sino alla liberazione di Genova.
Oggi a Borzonasca la piazza è stata dedicata a Raimondo Saverino ed un monumento lo ricorda sulla facciata del Municipio (vedi foto sinistra in copertina).
Anche a Licata, suo paese natale, un monumento a lui dedicato ricorda quel tragico epilogo (vedi foto destra in copertina).
Clicca qui per visualizzare la Mappa digitale della Resistenza nel Tigullio.
Mi fa piacere che si ricordi la storia della Resistenza e la Lotta di Liberazione, i Partigiani che hanno dato la loro vita per la nostra libertà, grazie a voi del vostro impegno Bruno Garaventa
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Grazie Bruno.
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Sono preoccupato dell’avanzata delle destre marcatamente anticostituzionali, con forti connotazioni fasciste.
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Anche per questo è importante mantenere viva la memoria
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