“Brigata SAP Entella” e i “Gruppi Cavour”, cosa erano?

Quando, nell’ottobre del 1945, la notizia della costituzione di una Commissione ministeriale per il riconoscimento delle qualifiche partigiane arriva in Liguria, sono già da tempo in atto diverse misure di iniziativa locale, indirizzate a certificare e censire i combattenti della lotta di Liberazione.

Nel maggio del 1945, lo stesso Cln (Comitato di Liberazione Nazionale), insediato all’Hotel Bristol, in Via XX Settembre n. 35 Genova, sin dai giorni della liberazione, aveva incaricato Farini Carlo Manes, allora Colonnello Vice Comandante del Cmrl, di presiedere una «Commissione per il riconoscimento del grado ai partigiani formata da un rappresentante per ciascuno dei sei partiti» (verbale riunione Cln Liguria del 26 maggio 1945), anticipando così, in larga misura, l’effettiva composizione indicata, nei mesi a venire, dalle circolari ministeriali.


La misura votata dal Cln si inserisce all’interno di quella serie di provvedimenti, voluti dalle singole Brigate e dalle singole Divisioni e volti a definire gli effettivi partecipanti alla guerra partigiana, con l’intento di realizzarne un quadro definitivo e ufficiale, rispetto ai numerosi enti certificatori locali.
In previsione di ciò, il Comando Generale del Clnai dirama, nei primi giorni di giugno, una circolare indirizzata a tutti i Comandi Militari regionali del Cvl e ai comandi militari territoriali di Torino, Genova, Milano, Udine e Bologna, che mette in guardia, da coloro i quali, «alla resa dei conti si preoccupano di farsi rilasciare al più presto rapporti informativi e dichiarazioni che documentino la loro attività durante il periodo della resistenza» (lettera del 5 giugno 1945 del Clnai, n. prot. 215/0).

La sensazione, comune a molti, infatti era che l’eccessivo numero di tessere rilasciate dalle singole brigate sembra non essere il solo problema da affrontare, a complicare ulteriormente la faccenda contribuiscono, infatti, numerose formazioni e unità, nate a ridosso della Liberazione, che si adoperano per produrre rapidamente certificati e benemerenze di ogni tipo.

Si tratta di organizzazioni non autorizzate dal Cln e spesso legate ai vecchi nomi del fascismo repubblicano quando, nella peggiore delle ipotesi, non direttamente gestite da questi. A Genova, ad esempio, erano emersi i “Gruppi Cavour”, così descritti dalla stampa partigiana:

così come la tartaruga che mette fuori la testa dal guscio quando il pericolo è passato così ora che non ci sono più né tedeschi né fascisti escono fuori i Gruppi Cavour” (“Il Partigiano” 30 Giugno 1945)

Assieme a questi, sorta probabilmente con lo stesso intento, era nata la “Brigata Sap Entella” che si occupava di realizzare tessere e benemerenze a presunti partigiani del levante genovese, senza alcuna approvazione o riconoscimento da parte del Comitato di Liberazione.

Per usare le parole con le quali Roberto Battaglia, all’epoca ai vertici del Servizio assistenza ai partigiani del Ministero per l’assistenza post-bellica, si riferisce alle situazioni locali:

«indubbiamente questo è il problema più delicato lasciatoci in eredità dalla guerra di Liberazione che si è svolta con caratteristiche regionali varie, ora con reparti organizzati in disciplina militare ora con gruppi armati quanto mai fluidi e difficilmente controllabili. Il compito affidato alle commissioni è stato in sostanza quello di regolarizzare una guerra che per sua natura è stata irregolare» (Il Ministero dell’Assistenza per i Partigiani, in “Il partigiano”, 5 ottobre 1946).

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Fonti e bibliografia

In foto l’incontro tra il CLNAI e il CLN del Settembre 1945

  • “Il partigiano”, 30 giugno 1945 e 5 ottobre 1946
  • Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Ilsrec):
  • fondo AP (Attività politica), busta 3, fasc. 2
  • fondo Cln, busta 241 fasc. 2, busta 241b, fasc. 5

Pubblicato da Matteo Brugnoli

Maritime Consultant

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