Il distanziamento sociale, la pandemia e il virus renderanno virtuale la presenza in questa giornata delle Memoria.
Le scuole parteciperanno ad eventi in remoto, cosi’ come chi porterà la propria testimonianza o narrazione.
In questo articolo proviamo a ricordare chi furono i deportati nel Tigullio, la fonte principale di questi dati sono il risultato delle ricerche storiche di Giorgio Getto Viarengo, grazie al quale memorie dimenticate hanno rivisto la luce dopo molti anni.
Nella mappa digitale dei “Luoghi della Resistenza nel Tigullio”, sono stati ricollocati nei comuni di prelievo e arresto ogni singolo deportato del Tigullio.
Qui di seguito i link per il tour virtuale:
Calvari, Campo di concentramento n.52
Lavagna – SHOAH – elenco deportati
Chiavari – SHOAH – elenco deportati
Rapallo – SHOAH – elenco dei deportati
Santa Margherita Lig. -SHOAH – testimonianze
Portofino – SHOAH – Lapide via Luigi Paris
Ruta di Camogli – SHOAH- elenco deportati
Salò e la persecuzione degli Ebrei
Nella mappa potrete vedere anche la posizione geografica e alcune descrizioni sui nove campi di concentramento presenti in Liguria.
Concludiamo riportando qui di seguito alcune riflessioni recentemente condivise sui canali social dei “Luoghi della Resistenza nel Tigullio”:
L’Olocausto è stato per lungo tempo oscurato dalle case editrici, solo molti anni dopo la fine della guerra sono stati pubblicati i primi libri, che hanno permesso di ridare luce alla memoria dei deportati.La stessa giornata della memoria è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1º novembre 2005.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazi-fascista.
Ancora oggi negli ambienti dell’estrema destra, e in alcune fasce della società, il negazionismo della Shoah è presente e radicato. Ci siamo chiesti quindi se esista un possibile parallelo con l’attualità, considerando il negazionismo dilagante, su un evento così traumatico come la pandemia ancora in corso? Lo abbiamo domandato alla Dottoressa in Psicologia clinica di comunità Erika Castorina, qui di seguito la sua risposta:
“Semplicemente” (per modo di dire) viene messo in atto il meccanismo di difesa più accessibile e concettualmente semplice del mondo, ossia la negazione, da cui appunto deriva anche la dicitura “negazionismo”. L’essere umano ricorre a questo meccanismo in modo abbastanza frequente quando non comprende qualcosa di nuovo o quando bisogna accettare qualcosa di troppo “doloroso” o traumatico, come può essere appunto una pandemia mondiale o un evento storico tragico come la Shoah. Tutto ciò rimane ovviamente ad un livello di soglia subconscia, quindi non è un qualcosa che viene smosso da un pensiero logico-razionale o consapevole. Poi c’è da dire che talvolta questa dinamica viene accentuata da una profonda ignoranza di base.””
In conclusione, aggiungiamo noi, tacere senza replicare non si può, replicare riconoscendo legittimità all’orribile menzogna non si sarebbe dovuto.
Come uscirne quindi da questa situazione? Il filosofo Bertrand Russel, una volta disse che la differenza tra stupidi e intelligenti è che i primi sono sempre sicuri, i secondi sono pieni di dubbi.